-Colui che è geloso non è mai geloso di ciò che vede; ciò che immagina è sufficiente.-
(Jacinto Benavente)
Sara è emozionata: è al concerto di Samuele, il suo ragazzo. E’ felice di passare una serata diversa, svagarsi insieme alle amiche e sentire per la prima volta dal vivo le canzoni del nuovo album. Spera anche che lui le faccia una dedica…ogni volta che parla di un nuovo pezzo prima di iniziare a suonare, Sara è in trepidazione. Il concerto finisce ma la dedica non arriva. <<Ci sta, arriverà al prossimo concerto>>, pensa fra sé e sé e, nel frattempo cerca di avvicinarsi a Samuele e agli altri componenti del gruppo per complimentarsi con loro. Avvicinandosi nota come Samuele sembri essere particolarmente coinvolto da una conversazione con una ragazza carina <<Ma chi è quella tipa? Chi la conosce? Mi sembra un po’ troppo esplicita nei complimenti…e guarda quel cretino che le dà corda. Ecco perché non mi ha fatto la dedica…>>. L’emozione che le suscita questa scena è talmente intensa che Sara vorrebbe fare una scenata davanti a tutti. Cerca di calmarsi, ma non riesce a smettere di controllarlo…la spensieratezza e la voglia di divertirsi dell’inizio serata se ne sono andate. Ora aspetta solo di arrivare a casa stanotte per avere delle risposte <<gli controllo anche il cellulare a quel cretino…>>.
Cosa sta sperimentando Sara?
Sara è gelosa. La gelosia è un’emozione complessa, definita da Parker e Barret (1997) come la “convinzione della possibilità di infedeltà del partner”. La complessità di quest’emozione non riguarda solo i vissuti emotivi e cognitivi dell’esperienza in sé che richiedono della abilità metacognitive superiori quali la mentalizzazione (Baron, Cohen, 1995), la capacità cioè di attribuire e dare significato e prevedibilità agli stati mentali altrui, ma risente molto anche dei costrutti personali di chi la vive.
Come si riconosce?
La gelosia porta con sè un mix di emozioni come la rabbia, la paura, la tristezza, la vergogna ed è legata a temi di abbandono o di minaccia per la possibile perdita di una relazione significativa.
Sara di fronte a un cambiamento nel comportamento di Samuele (lo vede essere particolarmente coinvolto dalla ragazza) prova un’intensa reazione di attivazione, chiamata “flash di gelosia”. Dopo quest’attivazione le emozioni provate diventano complesse e la sua attenzione è rivolta a trovare delle prove a conferma del suo dubbio, leggendo qualsiasi gesto attraverso interpretazioni che, a volte, possono essere erronee. Il cambiamento nel comportamento del partner può essere reale o immaginario.
Le sensazioni fisiche che si possono sperimentare quando siamo gelosi sono tensione muscolare, sudore freddo all’estremità, cute pallida e fredda alternata a vampate di calore; i nostri occhi appaiono semichiusi e le labbra serrate, come se ci stessimo mostrando di fronte a un rivale, che è ben presente nell’immaginazione, ma può essere assente fisicamente (Vinai, 2010).
I fattori che caratterizzano la gelosia sono il desiderio di una relazione affettiva o sessuale con una persona, la paura o la convinzione che altre persone possano giovare delle attenzioni di quella persona e il bisogno di mantenere l’unicità della relazione stessa. Infatti, se non siamo interessati a una persona, non proveremo gelosia nel vederla flirtare con un’altra. Tanto più invece abbiamo investito in una relazione in termini di importanza attribuita al partner e di conferma del sé, maggiore sarà la gelosia.
Il timore di tradimento o un tradimento vero e proprio possono elicitare paura per la possibile perdita dell’autostima, tristezza per l’abbandono da parte della persona significativa, rabbia per il torto subito e timori riguardo al proprio futuro (Mathes et al.,1985).
Risvolti positivi della gelosia.
Come tutte le emozioni essere gelosi è un’esperienza normale che accomuna molti di noi. Nei casi in cui infatti la gelosia non viene vissuta e manifestata in maniera patologica, può essere sia utile all’interno del rapporto di coppia proteggendo da eventuali minacce, sia funzionale nel mantenere la propria autostima e l’unicità del proprio senso di Sé (Vinai, 2010).
Gelosia e psicopatologia.
La gelosia diventa patologica quando invece si basa su fatti immaginari e interferisce negativamente sulla vita di coppia. Talvolta infatti le credenze possono diventare difficili da mettere in discussione, anche di fronte a un confronto con la realtà che non conferma l’ipotesi temuta, facendo sperimentare nella persona livelli di gelosia che superano il range di tolleranza emotiva, in termini di intensità e persistenza.
Di conseguenza possono essere messi in atto dei comportamenti di controllo, come accuse, controllo del telefono e della posta elettronica, comportamenti persecutori, interrogatori, pedinamenti al fine di trovare delle prove di infedeltà che, a seconda delle caratteristiche del partner, potrebbero provocare difficoltà relazionali di coppia. Il partner infatti potrebbe sentirsi oppresso provando sensazioni di costrizione di fronte ai continui controlli, minando la serenità del rapporto di coppia.
Un esempio delle ripercussioni che la gelosia può avere nel partner lo ritroviamo nelle parole di Vrònskij di fronte alla manifestazioni di gelosia da parte di Anna Karenina:
“Quegli attacchi di gelosia, che negli ultimi tempi la prendevano sempre più spesso, gli mettevano orrore, e, per quanto egli cercasse di nasconderlo, lo raffreddavano verso di lei, benché sapesse che la causa della gelosia era il suo amore per lui.”
-Anna Karenina. Lev Tolstoj-
Nei casi in cui l’emozione fosse troppo intensa e persistente sarebbe utile fare un percorso psicoterapico ai fini di aumentare la consapevolezza delle radici di queste credenze, modificare i pensieri dolorosi in pensieri più funzionali, gestire meglio la parte emotiva, individuare e modificare i possibili cicli interpersonali disfunzionali presenti all’interno della relazione di coppia.
Bibliografia:
Baron-Cohen S. (1995a), The development of theory of mind: Where would be without the intentional stance. In Rutter M., Hay D. (a cura di) Developmental Principles and Clinical Issues in Psychology and Psychiatry, Blackwell, Oxford.
Mathes E.W., Adams H.E., Davies R.M. (1985), Jelousy: loss of relationship rewards, loss of self-esteem, depression, anxiety, and anger. Jounal of Personality and Social Psychology, 48 (6), 1552-1561.
Parker G. e Barret E. (1997), Morbid jealousy as a variant of obsessive-compulsive disorder,.Aust N Z J Psychiatry, 31 (1), 374-383.
Vinai P. (2010), La gelosia, in M. Apparigliato e S. Lissandron (a cura di), La cura delle emozioni in terapia cognitiva, Alpes, Roma.