“Dà voce alla sofferenza il dolore che non parla
imprigiona il cuore e lo fa schiantare”
(W. Shakespare)
Quando amiamo una persona e la relazione si interrompe perché questa persona ci lascia, muore o in qualche modo si allontana, tutti noi proviamo dolore. Questo dolore è il lutto e si tratta di una reazione emotiva normale rispetto ad ogni perdita importante, che sia una persona o qualcosa cui teniamo come ad esempio il lavoro, poi, una volta che questo dolore viene accettato, un poco alla volta passa (Harris, 2016). Purtroppo non succede sempre così, le cose a volte si complicano proprio come succede a Giulia, la protagonista de “Il Buco”, libro scritto e illustrato da Anna LLeneans.
Giulia si trova ad affrontare una perdita ed è stordita dalla presenza di questo buco, che rappresenta il dolore, che fa entrare il freddo e fa uscire mostri che ingoiano ogni cosa. Giulia mette in atto molte strategie allo scopo di riempirlo, cancellarlo, chiuderlo e tapparlo con l’affetto di un gatto, le leccornie, le infatuazioni televisive e qualche adulto da cui è meglio stare alla larga.
Come spesso accade tutte queste strategie si rivelano inefficaci: alleviano il dolore per un pò ma non le permettono di risolverlo, con il rischio, per Giulia, di sentirsi sciocca o debole perché i pensieri e le emozioni da cui sta cercando di liberarsi continuano a tornare e perché molte delle strategie che utilizza nel breve termine sembrano funzionare ma in realtà possono peggiorare la qualità della vita nel lungo termine, come, ad esempio, quando si abbuffa di cibo.
C’è un momento in cui Giulia rinuncia, smette di cercare una soluzione e lascia vivere la sua tristezza fino a che una voce le suggerisce di guardare in se stessa, dentro quel buco. Giulia si accorge di avere in sé un mondo pieno di sorprese, di emozioni, pensieri e con questa nuova consapevolezza si avvicina agli altri in modo diverso e via via il buco diventa sempre più piccolo.
Si tratta di una storia semplice, diretta, con illustrazioni efficaci ed accattivanti e ha il grosso merito di consentire ai bambini di capire che cos’è quella “cosina” che sentono dentro a cui non riescono dare un nome. La storia dà loro la possibilità di esprimersi perché, come spesso accade, quando nella loro vita compare un evento così spiacevole da segnarli profondamente, rischiano di subire il dolore senza poterlo guardare per quel che è e fargli spazio. Il buco permette ai bambini di specchiarsi in Giulia, di capire i costi di quello che in terapia cognitiva viene definito evitamento e l’efficacia di lasciar vivere le emozioni per quanto spiacevoli siano.
Non è un semplice libro per bambini è ANCHE un libro per bambini.
Bibliografia:
Russ H. La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere. Erickson, 2014
LLenas A. Il buco. Gribaudo Edizioni, 2016