“Capitava volte che entravo in classe o mi avvicinavo durante la ricreazione, non mi parlavano e se andavano da un’altra parte. Non capivo perché, non avevo fatto niente. Mi sentivo triste e sola, nessuno mi rivolgeva la parola” (Anna, II sec I grado)
“Quando entrai in classe con l’apparecchio per i denti iniziò a chiamarmi ‘bocca di ferro’ e continuò per tutto l’anno. Ogni volta che mi vedeva iniziava a prendermi in giro davanti a tutti dicendo che sembravo una scatola di latta. Gli altri ridevano e iniziarono e prendermi in giro. Parlavo il meno possibile perché nessuno vedesse il mio apparecchio” (Francesca, V primaria)
“Ogni giorno all’uscita dalla scuola per me era un incubo. Mi veniva vicino e cominciava a spingermi finchè non cadevo per terra. Allora mi prendeva a calci e rideva. Molte volte la mattina facevo finta di avere mal di pancia pur di non andare a scuola” (Gianluca, IV primaria)
Il termine “bullismo” è utilizzato per designare un insieme di comportamenti in cui qualcuno ripetutamente fa o dice cose per prevaricare, avere potere su un’altra persona o dominarla. Vi è quindi l’intenzionalità di far male, danneggiare, esso si verifica in modo intenso, continuativo, persistente e la persona che fa del male cerca di assumere il controllo dell’altro. Vi è pertanto uno squilibrio di forze e significativi effetti negativi (relazioni, reputazione, sentimenti..). Può essere di tipo fisico (colpire, strattonare, picchiare, sottrarre oggetti, danneggiarli, impedire a qualcuno di muoversi), verbale (insultare, umiliare, deridere in modo ripetuto, indirizzare mormorii alle spalle, esprimere minacce ed intimidazioni), sociale e relazionale (minare e manipolare le relazioni interpersonali, distruggere la reputazione (pettegolezzi, diffondere notizie sgradevoli), escludere da un gruppo, scrivere graffiti minacciosi). Essere coinvolti frequentemente nel fenomeno, come bulli o come vittime, produce numerosi effetti negativi a breve e lungo termine sulla salute e sul benessere fisico e psicologico degli individui. Variabili importanti sono la durata e la gravità delle prepotenze. Alcune conseguenze per le vittime sono relative ad una maggiore incidenza di sintomi quali mal di pancia, disturbi del sonno, mal di testa, alti livelli di ansia, difficoltà a concentrarsi, bassa autostima e autoefficacia in diverse aree, alti livelli di depressione, solitudine, paura di andare a scuola, abbandono scolastico. Alcune conseguenze per i bulli sono relative alla presenza di alcuni sintomi somatici, abbandono scolastico, abuso di sostanze, disturbi psichiatrici. Vi sono diverse figure coinvolte: il bullo leader è l’ideatore delle prepotenze, i gregari partecipano alle prepotenze sotto la guida del bullo, i sostenitori sono coloro che assistono senza prendere parte all’azione sostenendola ad esempio con incitamenti, risolini e via di seguito. Essi contribuiscono a determinare il fenomeno, aggravando la situazione della vittima e costruendo aspettative di ruolo verso i bulli. E’ necessario fare i conti anche con una nuova forma di bullismo: il “Cyberbullismo” o “bullismo virtuale”, ossia quello mediato dalla comunicazione via internet. “ No, un attimo. C’è di peggio. Tu hai ragione, il peggio è che continua anche a casa, non smettono un momento di tormentarti e pensi: non so nemmeno chi sia questa persona, come si può dire che disprezza la mia esistenza?” (dal film Cyberbully-Caleb- 2011).
Con il termine Cyberbullismo (bullismo elettronico-virtuale) si intende l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (e-mail, cellulare, sms, internet) per mettere in atto comportamenti intenzionalmente e sistematicamente ostili, da parte di un individuo o di un gruppo, per creare danno ad altri individui. Vi sono alcune caratteristiche importanti che lo contraddistinguono dal bullismo, quali l’uso di nuove tecnologie come mezzo per mettere in atto la prevaricazione, l’anonimato del molestatore, la difficile reperibilità, l’indebolimento delle remore etiche, l’assenza di limiti spazio temporali. Spesso il cyber bullo esercita il suo potere attraverso una conoscenza maggiore dei mezzi ICT (Information and Communication Technology) rispetto alla vittima. Alcuni strumenti comuni utilizzati sono smartphone, chat, email, webcam, social network. Vi sono inoltre diverse modalità di cyber bullismo come spedire messaggi rabbiosi, rudi o volgari ad una persona in un forum online o via e mail o tramite qualsiasi altro sistema elettronico di messaggistica; molestie online (spedire ripetutamente messaggi offensivi e insultanti via e mail o messaggio); denigrazione (sparlare, spedire dichiarazioni o postare materiale online relativo ad una persona che sia dannoso, falso o crudele per danneggiarne la reputazione); mascheramento ( assumere identità altrui e spedire messaggi o postare materiale per fare in modo che quella persona sembri cattiva); divulgazione/rivelazioni (spedire o postare online del materiale che contiene informazioni private, delicate o imbarazzanti, incluse immagini o messaggi privati); esclusione (escludere crudelmente qualcuno da una community o da un gruppo online) ed altre ancora. Le conseguenze possano essere maggiormente gravose per effetto della forza mediatica di messaggi, foto e video trasmessi online o sul telefono cellulare. Vi sono alcuni importanti segnali premonitori a cui un genitore può fare attenzione: se vostro figlio riceve lunghe telefonate dallo stesso numero, trascorre molto tempo al computer chattando, visita siti web che fanno circolare sgradevoli dicerie, se mostra irritabilità o disagio dopo essere stato al computer, se è reticente a raccontare quello che fa, se dice che qualcuno ha messo online foto in cui compare senza permesso, se emergono stati depressivi e ansiosi significativi. Risulta pertanto utile un uso consapevole di tutte le tecnologie digitali nonché la conoscenza di alcuni strumenti utili di segnalazione.
Bibliografia:
Di Pietro M., Dacomo M. (2005). Fanno i bulli, ce l’hanno con me. Manuale di autodifesa positiva per gli alunni. Ed. Erickson
Allan L. Beane (2010). Il metodo antibullo. Proteggere i bambini e aiutarli a difendersi. Ed. Erickson
Zanetti M.A. (2007). L’alfabeto dei bulli: prevenire relazioni aggressive nella scuola. Ed. Erickson
Iannacone N. (2009). Stop al cyberbullismo. Per un uso corretto e responsabile dei nuovi strumenti di comunicazione. Ed. La Meridiana
Genta M.L., Brighi A., Guarini A. (2009). Bullismo elettronico. Fattori di Rischio connessi alle nuove tecnologie. Ed. Carocci