“Ho continue variazioni di umore, cioè posso passare da un ottimismo sfrenato a un pessimismo abissale nell’arco di quattro battiti”
– Daniel Pennac –
“Emma sono io” è un film del 2002 diretto da Francesco Falaschi. Emma, interpretata da Cecilia Dazzi, di primo impatto si presenta come una giovane donna estremamente calma, controllata, responsabile e cauta, che con passione e rigore svolge la sua professione di pediatra e ricopre il suo ruolo di assessore comunale nel piccolo paesino di Porrona, nella maremma grossetana. Fin dalle prime scene, in realtà, è possibile cogliere come le idee di Emma cambino in tempi brevi, talmente brevi da risultare strane, bizzarre alle persone che la circondano. Infatti, quando torna per l’ennesima volta a controllare lo stato dei lavori per la costruzione della ludoteca comunale, si stupisce di trovare le pareti di un imponente verde pisello e chiede spiegazioni a chi si sta occupando di questo, Costantino.
Emma: “Buon Giorno Costantino. Ma questo verde si era detto di farlo pastello, non pisello”.
Costantino: “Si era detto di rallegrare un po’ i colori, un tantino più vivaci”.
Emma: “No. No. No!!. Io apprezzo il vostro coinvolgimento ma voglio un ambiente che rassereni i bambini. Agitarli alla loro età è fin troppo facile. Un bambino agitato è un agitato adulto”.
Nello stesso giorno si reca anche dal fioraio per scegliere le composizioni e gli addobbi floreali per il matrimonio di Marta, la sua migliore amica, interpretata da Elda Alvigni. Decide di usare tuberose e lilium sui toni del bianco e rose bianche a gambo lungo, per creare un’atmosfera sobria e sofisticata. In quanto assessore si è proposta di celebrare il matrimonio e di organizzare il ricevimento e la cerimonia nella vecchia villa di famiglia, proprio al centro del borgo di Porrona, un contesto fiabesco e romantico per coronare il sogno d’amore di Marta, la sua amica di sempre, quella insicura che si innamora mille volte e mille volte è come fosse la prima volta. Marta, l’amica con la quale ha condiviso gran parte della sua adolescenza e giovinezza, che la conosce nel profondo e che apprezza tutto di lei e particolarmente i suoi lati “un po’ esuberanti”, tanto da ribadirle, ancora una volta mentre vede che sta assumendo dei farmaci, che non è d’accordo con la sua decisione di prenderli. Non è ancora chiaro quale sia il segreto di Emma, nemmeno a Roberto (Marco Giallini), marito di Emma. L’arcano si svela quando la protagonista si reca dal farmacista di fiducia per ritirare i suoi farmaci e, per un disguido nelle consegne, si sente dire che per quattro giorni non potrà prendere il litio. I sali di litio sono farmaci che hanno la funzione di stabilizzare l’umore e vengono somministrati alle persone che soffrono di Disturbo Bipolare per prevenire episodi maniacali. Questo giustifica il suo cambiare spesso idea rispetto al colore delle pareti della ludoteca, l’assumere dei farmaci quotidianamente, l’apparire significativamente diversa, irriconoscibile in momenti diversi della propria vita contrapponendo atteggiamenti estremamente disinibiti ed eccessivi a sobrietà, rigore e pacatezza. Emma infatti soffre di un Disturbo dell’Umore, sindrome così definita in quanto caratterizzata da un’alterazione dei meccanismi fisiologici di oscillazione del tono dell’umore: le variazioni dello stato emotivo avvengono in modo spontaneo, sono collegate ad una vasta gamma di sintomi e risultano eccessive in quanto non permettono alla persona di reagire in modo adeguato e funzionale al contesto e alla situazione che sta vivendo, determinando una profonda compromissione del funzionamento personale in aree importanti della propria vita. Nel frattempo nella villa di famiglia è arrivato anche Carlo, suo caro amico d’infanzia, interpretato da Pierfrancesco Favino, attualmente editore di romanzi d’amore, veterano di mille relazioni e di un’esistenza avventurosa e superficiale, visto da Emma come una persona impaurita dall’amore, che non è mai riuscita ad esprimere i suoi sentimenti nei confronti di Marta, tanto che la sta perdendo senza fare niente. Per fortuna giunge anche Anna che da sempre si occupa della cura della casa e del cibo, proponendo un’ottima cucina casalinga toscana e che, anche in questa occasione, sarà pronta a seguire i preparativi del matrimonio, ma soprattutto ad essere di aiuto ad Emma e Marcello. L’indomani il “mattino ha l’oro in bocca” e, senza il litio, anche Emma: infatti, hanno qui inizio le mille peripezie della “nuova “ protagonista, euforica, felice, al settimo cielo, incontenibile, quasi indefinita. Sempre impegnata in mille imprese, che non vede mai come impossibili, inadeguate o difficili. Una donna che ha sempre qualcosa da dire, anche quando sarebbe meglio tacere o usare parole discrete e velate, che cento ne pensa e poi mille, poi diecimila… che pensa sempre, perennemente, passando da un pensiero ad un altro alla velocità della luce, pensando ad una nuova idea ancora prima di aver terminato una considerazione su quella appena precedente. Una persona che parla con tutti, che parla ininterrottamente delle sue fantasie e dei suoi ideali, delle sue emozioni e dello scopo della sua vita, anche se pochi minuti dopo le sue parole e le sue idee possono cambiare rovinosamente. Una persona che non ha fame, che non ha bisogno di riposare, che non ha bisogno di dormire, che dimentica le cose… ma trova sempre il tempo per farle. Di prima mattina decide di passare a controllare come procedono i lavori della ludoteca. I lavori sono a buon punto, anzi sono finiti, ma non la soddisfano. Le indicazioni che aveva dato il giorno prima non la rappresentano più, non sono più coerenti con lo stato del suo umore. Vanno cambiati immediatamente i fiori delle composizioni, lilium, tuberose e rose bianche potrebbero creare un clima smorto e non è ciò che si addice ad un matrimonio. Il matrimonio è un giorno felice, di festa, dove invitare i propri cari, parenti, amici, tutti gli abitanti del borgo e la banda del paese. Non può mancare la banda del paese. Poi corre dal Maestro Marsili, incaricato della musica che verrà intonata durante la cerimonia. E si scusa, ma ha cambiato idea, ha sbagliato… come ha potuto pensare a Ravel? Troppo delicato, discreto. Meglio Schubert. Marta, in trepidante attesa dell’arrivo del suo futuro sposo Daniele (Nicola Siri) comincia a preoccuparsi del comportamento della sua migliore amica. Fin dal primo momento in cui si vedono non si piacciono, non si sopportano, Emma non digerisce l’essere ingessato e rigoroso di Daniele e Daniele è infastidito e spaventato dall’irresponsabilità e superficialità di Emma. Intanto arrivano i farmaci, ma lei decide di non prenderli. Non li vuole più prendere, così sta bene, così è sé stessa finalmente. Il ragazzo le chiede di poter fare una telefonata, lei gli passa il cellulare del marito e scopre, per caso, che sta ricevendo una telefonata da parte di Elisa, una studentessa universitaria che, non accorgendosi che al telefono ha risposto Emma, chiede a Roberto, il suo amore, di andare a prenderla in stazione per portarla a casa, la loro casa per le vacanze. Rispetto ad Emma e a tutte le persone che soffrono del suo stesso disturbo è difficile contenerne i sintomi ed i comportamenti patologici. Analizzando nello specifico quanto successo fino ad ora, da un punto di vista clinico, è possibile affermare che Emma stia vivendo un Disturbo Affettivo e nello specifico un Episodio Maniacale in quanto mostra un umore esageratamente euforico ed irritabile, grandiosità, diminuzione del bisogno di sonno quotidiano, eloquio accelerato, fuga delle idee e sensazione che i pensieri si succedano rapidamente, alta distraibilità e disorganizzazione, aumento eccessivo dell’attività finalizzata e coinvolgimento in attività ludiche che mettono la persona a rischio di conseguenze dannose per la vita, sebbene possa negarlo o possa sottovalutare il rischio. Queste manifestazioni problematiche alterano pesantemente il funzionamento quotidiano della persona nella sua vita sociale, lavorativa e familiare. Dopo aver ricevuto, al posto del marito, la telefonata di Elisa, Emma reagisce d’istinto e si reca da lei, finge di avere la macchina in panne e le chiede aiuto. Riesce ad entrare nella sua casa, ma non solo, riesce a farsi raccontare tutto sulla sua relazione con Roberto e a diventarle amica. Questo rappresenta l’inizio di una grande amicizia. Da questo momento non parla più con il marito e non perde occasione per dimostrarsi scontrosa e sfuggente, aumentando la perplessità e la preoccupazione di Roberto. Emma disorientata dal turbinio di emozioni che sta vivendo scappa, si allontana immediatamente da casa e da suo marito. Carlo, che la conosce e la comprende, sa bene dove trovarla e si reca al piccolo attracco dove Emma abitualmente si recava per cercare di tranquillizzarsi e gestire le sue emozioni. Amava recarsi lì perché si trattava di un luogo familiare, calmo, dove sentirsi protetta e trovare quella serenità che dentro di lei non c’era, che non le apparteneva. Quando vede arrivare Carlo appare sollevata, subito lo abbraccia, comincia a piangere e a sfogarsi. “Prima era tutto così colorato. Quando vai giù tutto diventa grigio, tutto diventa lontano. Tutto diventa duro”. E’ così che Emma descrive a Carlo la sua tristezza. Ebbene si, l’euforia che la inebriava pochi attimi fa ha lasciato posto ad una profonda tristezza, mancanza di speranza, sconforto. Così come succede ad Emma, le persone che soffrono di un Disturbo dell’Umore possono esperire frequenti episodi in cui il tono del loro umore vira, cambia improvvisamente e drasticamente, facendo sprofondare la persona in una profonda sofferenza. La valutazione del funzionamento in fase premorbosa e interepisodica, insieme alla valutazione del grado di cambiamento dell’umore, posso aiutare il professionista a capire quale diagnosi è la più adeguata per il caso osservato. Molte di queste informazioni non si possono evincere da quanto descritto in questo film, ma è possibile affermare che Emma alterna episodi maniacali ad episodi di profonda tristezza e depressione, riuscendo a raggiungere un equilibrio del tono del suo umore assumendo una farmacoterapia a base di stabilizzatori dell’umore. Questo suggerisce che, tra i possibili disturbi affettivi, Emma soffre di un Disturbo di tipo Bipolare caratterizzato dall’alternarsi di stati depressivi e manicali. Come la maggior parte delle persone che ne soffrono, Emma ama come si sente quando “sta bene ed è sé stessa”, ossia quando vive la fase maniacale. Non si rende conto di risultare bizzarra ed eccessiva, si sente onnipotente e forte, quindi, perché questo suo stato dovrebbe essere patologico, perché dovrebbe considerarsi malata? Perché dovrebbe prendere dei farmaci che la farebbero stare male, che la porterebbero a soffrire e a non essere sé stessa? Non sempre le persone che soffrono di questo disturbo riescono a sviluppare la consapevolezza che quello che stanno vivendo va a discapito del loro equilibrio, della qualità della loro vita. Dai racconti di alcuni pazienti, raccolti nel libro “Storie di Disturbo Bipolare”, si evince che, tendenzialmente, vivono in modo avverso e negativo l’assunzione del farmaco, per diversi motivi. Smorza la loro “voglia di vivere” e li fa sentire normali, o meglio apatici e in uno stato comatoso. “E’ come avere le camicie di forza chimiche nella testa”. Spesso, l’assunzione dello stabilizzatore dell’umore nel riportare lo stato emotivo a livelli adeguati per un utile funzionamento della persona la induce ad attraversare una temporanea fase depressiva. I pazienti non capiscono, almeno in un primo momento, il senso di lasciare il loro benessere, anche se manicale, per cadere in una profonda tristezza. Il comportamento di Emma indispone tutti, ma consapevoli del suo problema e del bene che nutrono nei suoi confronti, decidono di non abbandonarla. Anna fa da paciere e cerca di ristabilire la quiete tra tutti i presenti, tanto che Emma, riconoscendo che negli ultimi giorni ha creato non pochi problemi e disastri, propone agli altri di fare dei turni per “sorvegliarla” ed evitare ulteriori catastrofi. A turno Carlo, Marcello e Marta accompagnano Emma nelle sue giornate, trovandosi a vivere situazioni inverosimili. Il comportamento di Emma ha seminato il caos, ma adesso lei appare ferita, si sente in colpa per tutto quello che ha fatto fino ad ora e per i problemi che ha creato, per paura di rovinare il matrimonio di Marta e, presa dalla tristezza a causa di un altro momento di viraggio dell’umore, decide di ricominciare ad assumere la farmacoterapia e lo annuncia a tutti gli altri. Chiede al padre di aiutarla a scrivere delle lettere di dimissioni da assessore del Comune e si scusa con tutte le persone che, attraverso il comportamento che ha avuto in questi ultimi giorni, ha leso o ferito. Il matrimonio di Marta con Daniele non viene celebrato, Carlo trova il coraggio di confessare il suo amore a Marta e lei riesce a fare altrettanto. La scena si interrompe e si sposta ad “un anno dopo”, mostrando come sono cambiate le cose durante questo periodo di tempo. Marcello ed Anna, da sempre in sintonia e complici, hanno deciso di sposarsi e la scena riparte dal giorno del loro matrimonio. Marta e Carlo sono in attesa di un bambino. Roberto e Marcello aspettano Emma che è in ritardo per accompagnarli al Comune dove verrà celebrato il matrimonio. Emma sta ancora assumendo i farmaci, ma li ha dimezzati perché è incinta e il suo umore un po’ ne risente. Ma, grazie alla complicità e al sostegno di Roberto, lei riesce ad essere in equilibrio, a stare bene e a vivere al meglio la sua vita. Il trattamento dei Disturbi dell’Umore e, quindi, anche del Disturbo Bipolare, non prevede soltanto una farmacoterapia, ma anche interventi di tipo psicologico e comportamentale che aiutano il paziente a conoscere e prevedere i momenti di viraggio dell’umore per affrontarli in modo precoce e adeguato. Anche il coinvolgimento dei familiari, la loro comprensione ed il loro supporto risultano molto importanti per permettere alla persona di instaurare delle abitudini quotidiane di vita che fungano da “stabilizzatore” di un equilibrio altrimenti precario e instabile.
Bibliografia
Storie di disturbo bipolare (2007). Giovanni Fioriti Editore, Roma.
Cory F. Newman et. All. (2005). Bipolar Disorder. A cognitive therapy approach. Edizione italiana a cura di Nisi A. (2012). Il Disturbo Bipolare. Un approccio terapeutico cognitivo. Giovanni Fioriti Editore, Roma.