“Il bambù che si piega è più forte della quercia che resiste”
-Proverbio giapponese-


Il Centro

Centro in Relazione è una realtà in cui collaborano psicologi e psicoterapeuti perfezionati in diverse aree di intervento al fine di offrire un Servizio Integrato nell’ambito del disagio psicologico e del benessere individuale. 

L'approccio

L’dapproccio multi-disciplinare, attraverso le specifiche competenze di ciascun professionista, permette di accogliere le esigenze della persona in ogni fase del percorso verso il proprio benessere psicologico, dalla valutazione diagnostica al trattamento. 

I professionisti

Gli specialisti basano le loro consulenze su un Approccio teorico Cognitivo Comportamentale.

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Il Centro in Relazione, tramite il lavoro sinergico di un team di psicoterapeuti cognitivo-comportamentali, offre una serie di servizi integrati per il benessere psicologico della persona, in qualsiasi momento del suo ciclo di vita (infanzia, adolescenza, età adulta, anzianità).

Nello specifico, si occupa di formazione (eventi formativi ed informativi ad ampio raggio), di attività clinica a più livelli (prevenzione, diagnosi e cura, riabilitazione) e di ricerca applicata alla clinica.

Il Centro, oltre alla sede principale a Peschiera del Garda, offre servizi e contatti anche in altre città d’Italia: Trento, Rovereto (TN), Verona, Rovigo, Porto Viro (RO), Erbusco (BS), Brescia, Parma, Udine, Gorizia, Spilimbergo (PN), Vicenza e Bari.

Collaborazioni e affiliazioni



Centro Clinico Verona

Con il patrocinio della SPC


Terzocentro

di Psicoterapia Cognitiva



Sitcc

Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva

LA PSICOTERAPIA COGNITIVA

Immagina di essere al lavoro. Mancano pochi minuti alla pausa pranzo. Improvvisamente il tuo capo ti convoca in riunione, insieme a due colleghi. Sebbene nessuno di voi tre si aspettasse una riunione proprio oggi a quest’ora, le vostre reazioni sono una differente dall’altra.
La tua collega si arrabbia! Aveva programmato di pranzare con un’amica… pensa che sia un’ingiustizia che tutte le volte il capo decida con così poco preavviso le riunioni, a maggior ragione se vengono fissate durante la pausa pranzo.
Il tuo collega invece, osservandolo bene, sembra felice. Gli puoi scorgere un sorriso sotto i baffi… è convinto che il capo voglia congratularsi con voi per i risultati ottenuti finora rispetto al progetto a cui state lavorando e, chissà, magari proporvi un nuovo progetto con maggiori responsabilità.
Tu, invece, stai pensando a tutt’altro. L’unica cosa che hai in mente ora è quell’errore commesso la settimana scorsa sul lavoro… sì, ok, hai rimediato nei giorni successivi, ma allo stesso tempo sai quanto il capo sia preciso. Il tuo cuore inizia a palpitare più velocemente,  sudi e ti accorgi di avere l’affanno, come se avessi appena fatto una corsa.  Sei convinto che il capo abbia appena saputo quello che hai combinato e abbia fissato una riunione con urgenza per riprenderti davanti ai tuoi colleghi e assicurarsi che non succeda più.

Ma come mai, davanti alla stessa situazione, si possono provare emozioni differenti e avere reazioni così diverse?

Le nostre emozioni e i nostri comportamenti sono determinati dal modo in cui interpretiamo e diamo significato agli eventi che ci accadono, qui ed ora. Lo stesso evento, come abbiamo visto nell’esempio riportato sopra, può portare a reazioni comportamentali ed emotive diverse in differenti persone o, nella stessa persona, in momenti differenti.

La psicoterapia cognitiva spiega i disturbi emotivi attraverso l’analisi della relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Le persone, cercando di dare un senso a ciò che accade a partire dalle proprie esperienze, convinzioni e scopi, a volte possono arrivare ad avere dei pensieri che sono poco funzionali al benessere personale e poco realistici.

La terapia cognitiva aiuta le persone ad identificare le credenze, i pensieri che producono sofferenza e a trovare delle modalità di pensiero più adattive, intervenendo sui pensieri, convinzioni e schemi cognitivi disfunzionali e interrompendo eventuali circoli viziosi che mantengono il problema.

Infatti, il modello cognitivo ipotizza che i pensieri “disfunzionali” che riguardano noi stessi, gli altri e il mondo, si ritrovino in tutti i disturbi psicologici e siano i responsabili della sintomatologia e delle emozioni dolorose sperimentate, portando in alcuni casi allo sviluppo di circoli viziosi che mantengono la sofferenza nel tempo.

Caratteristiche della psicoterapia cognitiva



Qui ed ora

 Qui ed ora: la terapia cognitiva è centrata sul presente ai fini di risolvere i problemi attuali, come ad esempio la gestione dell’ansia, i sintomi depressivi; le esperienze passate, gli eventi di vita vengono considerati, in particolar modo, per capire l’origine e l’evoluzione dei sintomi, permettendo di dare un senso all’attuale sofferenza.

A breve termine

A breve termine: la durata della terapia è solitamente a breve termine, con incontri settimanali; è possibile che, a seconda del disturbo o a seconda degli obiettivi prefissati, risolta la sintomatologia più attiva e che crea maggior sofferenza, si decida di svolgere un lavoro più duraturo.

Orientata allo scopo

Orientata allo scopo: durante la prima fase della terapia, il terapeuta stabilisce insieme al paziente gli obiettivi, gli scopi del trattamento e il piano terapeutico, ponendo generalmente maggiore attenzione alla sintomatologia che crea più sofferenza; durante le fasi successive della terapia i progressi verso il raggiungimento degli obiettivi vengono monitorati ed è possibile porsi nuovi obiettivi a seconda delle esigenze e del percorso psicoterapeutico.

Scientificamente provata

Scientificamente fondata: moltissime pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali mostrano come la terapia cognitiva sia efficace nel trattamento dei diversi disturbi psicopatologici, come ad esempio nel trattamento della depressione, dei disturbi d’ansia, e altri disturbi.

Collaborazione Attiva

Collaborazione attiva: si basa sulla collaborazione attiva: sia il terapeuta che il paziente lavorano insieme per il raggiungimento degli obiettivi prefissati; la collaborazione attiva riguarda tutte la fasi del trattamento ed è utile ad una corretta individuazione delle problematiche, allo sviluppo di strategie adeguate alla persona per affrontare la sofferenza, all’insegnamento e all’utilizzo di tali strategie e tecniche al di fuori della seduta (attraverso attività concordate durante la settimana) ai fini di costruirsi un bagaglio personale di abilità che serviranno anche a terapia conclusa. L’obiettivo è che la persona diventi il terapeuta di se stesso.