“Oh Tristezza! Ho un compito super importantissimo tutto per te, seguimi! Questo è il cerchio della tristezza ed il tuo compito è che tutta la tristezza resti al suo interno!!” (Gioia)
“Piangere mi aiuta a stare calma e a non essere ossessionata dal peso dei problemi della vita. Sono troppo triste per camminare, dammi solo qualche ora…” (Tristezza)
(dal film Inside Out)
Maria è una bambina di 12 anni che, a detta dei genitori, da un po’ di settimane appare piuttosto irritabile, talvolta triste e non va più volentieri né a danza nè a scuola. I genitori, le maestre e Lucia, la sua insegnante di danza, sono molto preoccupati, non capiscono le intense esplosioni di pianto che ultimamente scoppiano sempre più di frequente. Maria appare disperata, la scorsa settimana era stata invitata da una compagna di danza ad una festa di compleanno, ma ha deciso di non andare dicendo alla madre “è inutile andare alla festa, tanto mi scoccio, non parlerò con nessuno, so che non piaccio a nessuna di loro”.
La tristezza è un’emozione diffusa, può presentarsi in ognuno di noi in modi diversi, in alcuni casi tuttavia, genitori, insegnanti ed altre figure di riferimento riportano cambiamenti sostanziali nel repertorio dei comportamenti abituali del bambino.
Negli ultimi anni si è assistito ad un incremento delle ricerche sui sintomi depressivi nell’infanzia. I bambini depressi appaiono infelici, irritabili, si sentono sfiduciati e inadeguati, senza valore e impotenti, in loro prevale la tendenza a non ritenersi capaci di poter influenzare il verificarsi o meno di certi eventi attraverso il proprio comportamento. Spesso si riscontrano in loro scarsa capacità di concentrazione e ridotte prestazioni nelle attività scolastiche. Sono presenti anche sentimenti di inutilità e colpa.
La “depressione patologica” è caratterizzata dalla presenza di un certo numero di sintomi e sentimenti depressivi di durata ed intensità tali da determinare una compromissione globale del funzionamento cognitivo, emozionale e relazionale del bambino. La depressione “normale” è uno stato emozionale transitorio caratterizzato dalla tristezza e fa parte della normale dinamica affettiva.
La depressione può produrre modificazioni nel sonno (ad es. sonnolenza diurna o insonnia) e nell’alimentazione (ad es. inappetenza o iperalimentazione), inoltre induce facile affaticabilità o difficoltà ad iniziare attività; inoltre, può esser spesso associata a una condizione di bassa autostima, a difficoltà relazionali con senso di esclusione dal gruppo, ad una generale perdita di interesse per molte attività (giochi, sport, videogiochi), ad una diminuita capacità di concentrazione e a convinzioni che riguardano autoaccuse e autocommiserazioni. Nei casi più gravi, il bambino può nutrire profondi sentimenti di colpa e sentirsi responsabile per eventi occorsi in passato. Possono esserci anche pensieri di morte.
In certi casi vi è uno specifico fattore precipitante, un evento o una circostanza di forte impatto emotivo negativo che è possibile individuare all’esordio del disturbo. In altri casi vi è un lento peggioramento delle competenze sociali e di fronteggiamento delle situazioni della vita senza significativi eventi scatenanti, in altri ancora ci può essere una combinazione di più eventi stressanti. La depressione infantile può persistere fino all’età adulta.
I bambini possono apparire tristi ed essere più o meno consapevoli di esserlo e lo possono negare o esprimere in maniera poco chiara; inoltre, possono apparire preoccupati, chiedendo spesso se si vuol loro bene, oppure annoiati, non divertendosi o non investendo nelle attività previste per la loro età (videogiochi, sport, amicizie). Infine, possono essere oppositivi e manifestare una compromissione delle prestazioni scolastiche. Infatti, si riscontra frequentemente un declino dell’andamento scolastico e dello sforzo impiegato con una generale perdita di interesse per le materie studiate. Il bambino rinuncia facilmente, non completa il lavoro assegnato che appare poco curato o disordinato e spesso si lamenta di non avere sufficienti energie per terminare i compiti.
I disturbi più frequentemente associati alla depressione infantile possono essere ADHD, i disturbi dell’apprendimento, i disturbi d’ansia e del comportamento. L’associazione della depressione con altri disturbi peggiora la prognosi e sembra influenzare la durata degli episodi depressivi e la ricorrenza del disturbo.
Nel trattamento della depressione infantile risulta importante il coinvolgimento sia del bambino che delle persone per lui significative.
Bibliografia:
La Depressione Infantile (Dacomo M. e Pizzo S.). Il Mulino, 2012
La Depressione Infantile, Intervento Psicologico nelle Scuole (Stark K.). Edizioni Erickson, 1995
Psicoterapia Cognitiva dell’Infanzia e dell’Adolescenza, (Isola L. e Mancini F.). Franco Angeli, 2004
SINPIA I Disturbi Depressivi in Età Evolutiva. Linee guida