A partire dagli anni ’90, Jefferey Young (1990; 1999) ha sviluppato un modello teorico e un approccio terapeutico, la Schema Therapy, integrando e ampliando la terapia cognitiva comportamentale tradizionale con altri modelli teorici, quali la teoria dell’attaccamento, la teoria costruttivista, la scuola psicanalista e quella della Gestalt.
Questo approccio terapeutico è centrato sull’individuazione e la modificazione degli schemi maladattati precoci (SMP), schemi che potrebbero essere all’origine della nostra sofferenza psicologica.
Secondo la definizione di Young (Young, 1990; 1999) uno schema maladattivo precoce è un concetto o un modello generale e pervasivo, formato da memorie, emozioni, pensieri, sensazioni somatiche; riguarda se stessi e gli altri, si è sviluppato durante l’infanzia o l’adolescenza, è presente in tutte le fasi della vita ed è disfunzionale.
I nostri comportamenti maladattivi non appartengono allo schema, ma sono delle risposte disfunzionali innescate dagli schemi stessi. È possibile che i nostri schemi si attivino di fronte a esperienze di vita simili a quelle traumatiche o nocive protratte che abbiamo vissuto durante l’infanzia o l’adolescenza.
Nel modello di Jeffrey Young (Young, 1990; 1999) sono stati individuati 18 schemi, suddivisi in cinque domini diversi che raggruppano i nostri bisogni emotivi fondamentali che sono stati frustrati.
1) DOMINIO DISTACCO e RIFIUTO (schemi Abbandono/Instabilità, Sfiducia/Abuso, Deprivazione emotiva, Inadeguatezza/Vergogna ed Esclusione sociale/Alienazione).
A questo dominio appartengono gli schemi che si sono formati in seguito alla frustrazione dei nostri bisogni legati all’attaccamento sicuro agli altri, come la sicurezza, la stabilità, la cura, l’empatia e l’accettazione. Se presentassimo uno o più schemi appartenenti a questo dominio potremmo temere di perdere le persone amate, presentare difficoltà nell’instaurare relazioni di fiducia e quindi nel mostrarci agli altri vulnerabili, avere sensazioni di solitudine e di assenza di persone vicine a livello affettivo ed emotivo, sentirci deontologicamente inadeguati, inferiori, sbagliati, provando emozioni di vergogna e/o sentirci diversi ed esclusi dagli altri.
2) DOMINIO MANCANZA di AUTONOMIA e ABILITA’ (schemi Dipendenza/Incompetenza, Vulnerabilità al pericolo e alle malattie, Invischiamento/Sé poco sviluppato e Fallimento).
Se abbiamo uno o più di questi schemi sono stati frustrati i nostri bisogni emotivi dell’autonomia, della competenza e del senso di identità, ad esempio in seguito ad iperprotezione. Di conseguenza potremmo percepirci come incapaci nell’affrontare le responsabilità quotidiane senza il sostegno da parte degli altri, possiamo pensare di non saper fronteggiare in maniera funzionale possibili catastrofi, credere di non poter vivere in maniera autonoma senza un’altra persona significativa e/o sentirci inefficaci nel raggiungimento dei nostri obiettivi.
3) DOMINIO MANCANZA di REGOLE (schemi Pretese/Grandiosità e Autocontrollo/Autodisciplina insufficienti).
A questa categoria appartengono gli schemi maladattivi che si sono formati in seguito alla frustrazione dei bisogni di limiti realistici e dell’autocontrollo in ambito relazionale e interpersonale. Di conseguenza, potremmo avere difficoltà in situazioni relazionali che richiedono il rispetto dei diritti altrui, la collaborazione, mostrandoci esigenti e controllanti nei confronti degli altri; potremmo inoltre avere problemi nell’adempire gli impegni e nel raggiungere obiettivi realistici a lungo termine per evitare possibili situazioni di frustrazione e l’assunzione di responsabilità.
4) DOMINIO ECCESSIVA ATTENZIONE ai BISOGNI degli ALTRI (schemi Sottomissione, Autosacrificio, Ricerca di approvazione o riconoscimento).
In questo dominio vi sono schemi derivanti dalla frustrazione della possibilità di esprimere i nostri bisogni e le nostre emozioni, in seguito, ad esempio, a comportamenti altrui invalidanti. A seconda dello schema che presentiamo potremmo tendere a reprimere le nostre emozioni e i nostri desideri mostrando eccessiva compiacenza, per evitare un eventuale abbandono o reazioni aggressiva da parte dell’altro; potremmo rinunciare volontariamente a gratifiche personali a discapito del soddisfacimento delle esigenze altrui; potremmo dare eccessiva importanza allo status sociale, al successo, all’aspetto esteriore e all’appartenenza ai fini di ottenere approvazione e riconoscimento da parte degli altri.
5) DOMINIO IPERCONTROLLO e INIBIZIONE (schemi Negatività/Pessimismo, Inibizione emotiva, Standard severi/Ipercriticismo e Punizione).
Dalla frustrazione dei bisogni emotivi di spontaneità e gioco potrebbero nascere schemi appartenenti al dominio dell’ipercontrollo e dell’inibizione. Se avessimo sviluppato uno o più di questi schemi potremmo tendere a sopprimere emozioni e impulsi e a rimanere particolarmente vigili, dedicando particolare attenzione e tempo alle prestazioni, al perfezionismo, al rispetto di regole rigide e standard severi al fine di evitare errori, critiche, disapprovazione e vergogna.
Intraprendere un percorso terapeutico basato su questo approccio ci permetterà di avere una maggior consapevolezza degli schemi che abbiamo sviluppato e della loro origine, aiutandoci a trovare delle modalità più funzionali per soddisfare i nostri bisogni fondamentali, riducendo così di conseguenza l’intensità delle emozioni, i pensieri, le sensazioni somatiche, la pervasività dei ricordi associati agli schemi stessi.
BIBLIOGRAFIA:
Young, J. E. (1990). Cognitive therapy for personality disorders. Sarasota, FL: Professional Resourcess Press.
Young, J. E. (1999). Cognitive therapy for personality disorders: A schema-focused approch (rev. ed.). Sarasota, FL: Professional Resourcess Press.