In letteratura è noto come le disfunzioni metacognitive siano associate ad un inadeguato funzionamento sociale e ad una bassa qualità di vita (Semerari et al., 2014). Diversi autori sostengono una stretta relazione tra compromissioni metacognitive e psicopatologia (Bateman & Fonagy, 2004; Dimaggio & Lysaker, 2010; Dimaggio et al., 2007). Ne consegue che comprendere il funzionamento metacognitivo dell’individuo può essere fondamentale per inquadrare meglio i meccanismi di mantenimento della sua sofferenza psicologica e pianificare al meglio un trattamento specifico ed ottimale.
Ma cosa si intende per metacognizione?
Esistono diverse definizioni che tentano di rispondere a questa domanda. In particolare, il modello Metacognitive Multi-Function Model – MMFM sostiene che la metacognizione non sia una funzione unica ma un insieme di diverse sottofunzioni e abilità, qualitativamente distinte e in interazione tra loro (Semerari et al. 2003).
In generale per metacognizione si intende la capacità, che ciascuno di noi possiede, di identificare gli stati mentali (sentimenti, convinzioni, intenzioni e desideri) nostri e delle altre persone con cui interagiamo, attraverso le espressioni facciali, gli stati somatici, i comportamenti e le azioni; la capacità di riflettere e ragionare su questi stati mentali; la capacità di utilizzare queste conoscenze per padroneggiare la sofferenza psicologica e risolvere situazioni problematiche e conflitti con gli altri (Carcione et al., 2010).
La metacognizione viene, nello specifico, suddivisa in tre aree:
- Comprensione della propria mente o Autoriflessività, che comprende la capacità dell’individuo di capire e ragionare sui propri stati mentali (su ciò che pensa, su quanto desidera, su quello che prova), la capacità di comprendere la relazione tra stati mentali e comportamenti o determinati contesti, la capacità di integrare i vari stati mentali e di articolarli in modo coerente, considerando che nel tempo possono modificarsi, l’abilità a distinguere tra sogni, fantasie, credenze e ipotesi e la consapevolezza che il proprio pensiero, proprio perché tale, è soggettivo è fallibile.
- Comprensione della mente altrui, che include l’attribuire agli altri una mente propria e indipendente, l’identificazione e il ragionamento degli stati mentali degli altri (pensieri, desideri ed emozioni) e la capacità di decentramento, cioè di valutare la prospettiva dell’altro, per comprenderlo meglio, prescindendo dal proprio punto di vista e dal coinvolgimento nella relazione.
- Abilità di Mastery, fanno riferimento alla capacità di descrivere i problemi in termini psicologici e l’abilità di orientamento alla soluzione attiva di problemi e conflitti e possono essere divise in tre livelli, a seconda dell’impegno riflessivo richiesto, gradatamente più complesso: soluzioni di tipo comportamentale di azione diretta sul corpo o di evitamento o di ricerca di aiuto dell’altro; inibizione di un comportamento o distrazione da un problema;
ragionare sul funzionamento mentale proprio e altrui, prendere una distanza critica dal proprio funzionamento e accettarne i limiti.
Queste sottofunzioni sono relativamente indipendenti, interagiscono tra loro e possono essere selettivamente alterate o in determinati contesti oppure con determinate patologie.
Di conseguenza, imparare a conoscere e possibilmente a sviluppare o migliorare le nostre competenze metacognitive può essere vantaggioso al fine di accrescere sia la nostra capacità di risoluzione dei problemi che la gestione delle nostre emozioni, migliorando in generale la nostra qualità di vita.
Bibliografia:
Bateman, A., & Fonagy, P. (2004). “Psychotherapy for borderline personalità disorder: a practical guide”. Oxford, UK: Oxford University Press.
Carcione, A., Dimaggio, G., Conti, L., Fiore, D., Nicolò, G., Semerari, A. (2010). “Metacognition Assessment Scale v. 4.0.” Unpublished manuscript, Rome.
Dimaggio, G., Semerari, A., Carcione, A., Nicolò, G., & Procacci, M. (2007b). “Psychoterapy of personalità disorders: Metacognition, states of mind, and interpersonal cycles.” London, UK: Routledge.
Dimaggio, G., & Lysaker, P.H. (eds.). (2010). “Metacognition and sever adult mental disorders: From basic research to treatment.” London: Routledge.
Semerari, A., Carcione, A., Dimaggio, G., Falcone, M., Nicolò, G., Procacci, M., Alleva, G. (2003). “How to evaluate metacognitive functioning in psychotherapy? The metacognition Assessment Scale and its applications”. Clinical Psychology and Psychotherapy, 10, 238-261.
Semerari , A., Colle, L., Pellecchia, G., Buccione, I., Carcione, A., Dimaggio, G., Nicolò, G., Procacci, M., Pedone, R. (2014). “Metacognitive disfunctions in personality disorders: correlations with disorder severity and personality styles”. Journal of Personality Disorde, 28, 137.