“Senza sapere che cosa io sono e perché sono qui, la vita è impossibile.”
-Anna Karenina, Tolstoj-
Matilda, una ragazza di 29 anni, si rivolge al nostro studio in seguito alla rottura della relazione con il suo compagno. In prima seduta ci racconta “anche con Mario è finita…è sempre lo stesso problema, prima mi innamoro perdutamente, la relazione è fantastica, va a gonfie vele…e poi finisce tutto…non riesco a credere di essermi innamorata di quel cretino!”.
Matilda ci parla della sua difficoltà a mantenere nel tempo relazioni strette con partner e amici e della difficoltà a mantenere un lavoro a causa di scoppi di rabbia che non riesce a controllare e momenti di grande sofferenza “quando mi arrabbio non riesco proprio a controllarmi, è più forte di me…un secondo dopo mi sembra che tutto non abbia senso, non so chi sono, cosa voglio, è come se finissi in un buco nero da cui non riesco a uscire…a volte è come se fossi senza pelle, come se sentissi le emozioni a mille…sto malissimo quando succede”.
Nel racconto di Matilda emerge come la ragazza manifesti difficoltà che riguardano, in particolari modo, il mantenimento delle relazioni nel tempo. Nelle sue relazioni intime, Matilda tende ad alternare sentimenti di estrema idealizzazione dell’altro a sentimenti di svalutazione, rendendo difficili le relazioni con partner o amiche intime, che diventano spesso caotiche e instabili.
Un’altra difficoltà che emerge dalle parole della ragazza, e che inficia sulle sue relazioni, riguarda la regolazione delle emozioni: è come se Matilda fosse in balia di una “tempesta emotiva” con problemi nel regolare le emozioni (disregolazione emotiva) e farle rientrare dentro un range di tolleranza. Il suo umore cambia repentinamente, passa velocemente da un’emozione all’altra; Matilda presenta reazioni emotive più marcate e durature rispetto a quelle di altre persone e sentimenti cronici di vuoto (assenza di scopi).
I tentativi che Matilda mette in atto per controllare questa “tempesta emotiva” sono spesso azioni impulsive e comportamenti dannosi per se stessa “mi capita in quei momenti di mangiare come se fossi senza fondo, apro il frigo e non smetto di mangiare fino a quando non sto male” e, piangendo, “mi sono anche tagliata l’altro giorno…”. L’impulsività che ci descrive può manifestarsi in vari modi nelle persone: esplosioni di rabbia e litigi, azioni autolesive, abuso di sostanze, abbuffate, gioco d’azzardo, promiscuità sessuale, spese sconsiderate, atti comunque potenzialmente dannosi per se stessi.
Il disturbo emotivo che sta limitando la vita di Matilda si chiama Disturbo Borderline di personalità. Attraverso un trattamento basato sulla DBT (Terapia Dialettico Comportamentale) e affiancato ad altri interventi come la Sensory Motor, la Terapia Metacognitiva Interpersonale, ecc., Matilda potrà lavorare su se stessa con lo scopo di riuscire a padroneggiare meglio la sua sofferenza e rendere le sue relazioni più stabili. In particolare il trattamento di Matilda avrà come obiettivi la riduzione dei comportamenti disadattivi, l’aumento di abilità per tollerare meglio la sofferenza trovando strategie alternative per gestirla, una migliore abilità di consapevolezza di sé (mindfulness) e migliori competenze di regolazione emotiva e di efficacia interpersonale.