Alcune esperienze di vita, quali la perdita di una persona cara, la perdita del lavoro, il sopraggiungere di una grave malattia o il verificarsi di un incidente con conseguenze fisiche rilevanti, costituiscono degli eventi critici che possono destabilizzare gli equilibri psicologici della persona che li vive creando un senso di profonda incertezza. Generalmente, col tempo, la persona trova il modo di reagire a tali dure situazioni, cercando di dare un senso a quanto le è accaduto e ridefinendo la propria sofferenza all’interno di un nuovo contesto di vita.
Cosa permette ad ognuno di adattarsi e ricostruirsi a seguito delle avversità incontrate? La competenza che attiviamo e mettiamo in gioco in queste situazioni è rappresentata dalla resilienza.
Il termine “resilienza” deriva dal latino “resalio”, iterativo del verbo “salio”, che significa “saltare”, “rimbalzare”, per estensione “danzare”. Tale termine è stato coniato in fisica per indicare l’attitudine di un materiale a resistere ad un urto e a recuperare la forma iniziale se sottoposto a forze che lo alterano. La durezza, la resistenza alla fatica delle sollecitazioni, in ingegneria costituiscono le proprietà meccaniche di un corpo, i modi in cui un materiale si adatta quando è sottoposto a sollecitazioni esterne di tipo meccanico.
Il concetto di resilienza è stato approfondito anche in ambito psicologico. Nello specifico, la resilienza consiste nella capacità di far fronte agli eventi stressanti o traumatici e di riorganizzare positivamente il proprio percorso di vita dinanzi alle difficoltà. A seguito di situazioni critiche vissute, rappresenta, quindi, la capacità di gestirle e di ricostruirsi restando comunque sensibili alle opportunità positive che la vita offre, in un’ottica di progettualità. Persone resilienti sono coloro che vivendo circostanze avverse, di rischio, riescono in ogni caso a fronteggiare in modo efficace tali contrarietà e a dare nuovo slancio e senso alla propria esistenza, raggiungendo i propri obiettivi. Nel complesso, tale caratteristica si articola in almeno tre grandi competenze: la capacità di superare lo svantaggio ed il rischio, la capacità di resistere allo stress e la capacità di ripresa dal trauma (Masten, A. S. et al., 1990).
Essere resilienti, pertanto, non significa solo saper resistere alle criticità, agli “urti” provenienti dalle circostanze, ma implica un atteggiamento dinamico, positivo, predisposto al cambiamento con l’obiettivo di andare avanti, nonostante le avversità incontrate, ricostruendo il proprio percorso di vita.
Le difficoltà vengono vissute, quindi, come opportunità, come sfide da affrontare che mobilitano le proprie risorse, sia interne (competenze, attitudini, aspirazioni, valori, obiettivi) che esterne (relazioni con gli altri, contesto famigliare, contesto sociale in senso più ampio), al fine di raggiungere un equilibrio più funzionale.
Le caratteristiche individuali che permettono di attraversare situazioni di stress senza impatti rilevanti sulla salute fisica e mentale e di ridefinirsi alla luce di un nuovo equilibrio sono rappresentate da (Kobasa, S. C. et al., 1982):
– l’impegno, inteso come tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività, ad impegnarsi fino in fondo rispetto a quanto intrapreso; le difficoltà sono valutate in modo realistico senza spaventarsi dallo sforzo richiesto; fondamentale è che siano definiti i propri obiettivi da perseguire in modo che si riesca a trovare un senso in quello che si fa o a cui ci si dedica
– il controllo, ovvero la convinzione di poter dominare in qualche modo ciò che si fa o le iniziative intraprese, avendo fiducia nelle proprie possibilità; ciò implica anche la capacità di modificare prontamente la strategia da adottare, in base alla situazione vissuta
– il gusto per la sfida, in quanto disposizione a considerare come stato naturale della condizione umana il cambiamento, non la stabilità; il cambiamento è accolto come un incentivo a crescere, a impegnarsi, non come una difficoltà da evitare; le sfide vengono vissute come stimolanti piuttosto che minacciose; l’atteggiamento sotteso è di apertura e flessibilità verso la trasformazione degli eventi.
Nel complesso, le caratteristiche proprie delle persone resilienti sono rappresentate da diversi fattori quali (Benard, B., 1995):
– autonomia (in termini di autostima; autoefficacia; locus of control interno, come riconoscimento di poter fare qualcosa in prima persona per migliorare la propria situazione di vita; indipendenza rispetto ai propri valori ed obiettivi; motivazione ad agire)
– capacità di problem solving (in termini di pensiero critico rispetto alle informazioni acquisite su di sé e la realtà sociale; pensiero creativo; progettualità rispetto ai propri obiettivi; capacità di realizzare cambiamenti riferiti a sé stessi e all’ambiente in cui si è inseriti)
– abilità sociali (in termini di propositività rispetto al contesto sociale di cui si fa parte; flessibilità in un’ottica di confronto con gli altri; empatia; senso dell’umorismo; ricerca di supporto)
– propositi e visione del proprio futuro (in termini di chiarezza dei propri obiettivi; interesse al raggiungimento di buoni risultati; aspirazioni a livello formativo ai fini di un accrescimento personale; aspettative realistiche di realizzazione dei propri progetti; speranza e ottimismo rispetto a quanto accadrà in futuro; ricerca di senso e significato rispetto a quanto vissuto)
La resilienza, dunque, è un processo psichico che presuppone pensieri, emozioni e comportamenti in continua costruzione, modificandosi nel tempo in rapporto all’esperienza, ai propri vissuti, a quanto maturato ed elaborato nel proprio percorso.
Bibliografia
Benard, B. (1995). Fostering resilience in children. Urbana, IL: ERIC Clearinghouse on Elementary and Early Childhood Education
Cantoni, F. (2014). La resilienza come competenza dinamica e volitiva. Torino: Giappichelli Editore
Kobasa, S. C., Maddi, S. R., Kahn, S. (1982). Hardiness and health: a prospective study. Journal of Personality and Social Psychology 42, 168-177
Masten, A. S., Best, K. M., Garmezy, D. J. (1990). Resilience and development: contributions from the study of children who overcome adversity. Development and Psychopatology 2, 425-444